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Dopo aver identificato i due epicentri del terremoto, quell' "Amor Tragico" che attraversa la società siciliana (il milieu, ne "L'ammazzatina", e la psicologia dei personaggi della scena amorosa, nello splendido mosaico de "La fuitina"), nel terzo e ultimo romanzo della trilogia "Trittico dell'amor tragico in terra di Sicilia", Vito Giuliana descrive il vero terremoto. Esso scuote all'epoca dei fatti, quel tempo del secondo dopoguerra, la civiltà dell'isola ma si protrae, distruttivo, ondulatorio e sussultorio, fino alle ultime innovazioni giuridiche, alle soglie del nuovo secolo. Il terremoto di passioni e tradizioni culturali che Giuliana innesta nel nostro animo con la sua prosa delicata, intensa e magica, si scarica su umani che imparano a essere animaleschi, a intervenire secondo consuetudini di un potere sud-mediterraneo che non ha qui nemmeno le regole che trova nell'Islam. Come bestie feroci, i maschi giovani imparano l'arbitrio e la violenza, protetti dalla legge del branco, che dà loro in pasto le femmine. Ma il conflitto coll'ambiguo diritto esistente già procura disequilibri, e la formazione dei giovani mostri si completa nelle gabbie carcerarie...